Scrivere un romanzo, qualsiasi genere di romanzo, è come un viaggio. Una vera e propria avventura capace di segnare la memoria, la mente e i cuore di chi lo percorre.
Ne parlavamo nel precedente episodio di questa serie di video: affrontare la prima stesura di un racconto può apparire un impresa impossibile, specialmente se si ha poca esperienza, ma ti assicuro che certi dubbi e ansie restano anche quando si è alla seconda, terza revisione del tuo decimo manoscritto. Questo tipo di incertezze fa parte della natura stessa del mestiere complesso e affascinate che è quello di raccontare delle storie: Si tratta di lottare con l'indefinito, l'impalpabile e renderlo solido, concreto, comprensibile a chi dovrà leggerlo. E c'è di più. Tu vuoi che il tuo romanzo sia molto di più che comprensibile. Vuoi che sia accattivante, appassionante, che resti con il lettore e si incastri nella sua memoria per sempre. Questo risultato è tanto più difficile da raggiungere se il tuo romanzo affronta tematiche fantastiche o nella fattispecie la fantascienza. Come sempre, molti dei consigli di cui parleremo oggi sono adatti alla stesura di ogni romanzo, di qualsiasi genere, ma chi scrive la nostra amata fantascienza potrebbe trovarsi avvantaggiato. Cominciamo? Cominciamo! Rispondiamo alla domanda lasciata in sospeso nel video precedente: Come faccio a trasformare un'idea in un romanzo? Come posso catturare l'ispirazione, l'intuizione di un attimo, e trasformarla in un racconto? Il primo e indispensabile consiglio che mi sento di darti è di prendere nota, il più velocemente possibile, di quella intuizione e di metterla nero su bianco con pochissime parole. Per esempio io uso “Evernote”, un'applicazione per smartphone, tablet e computer che sincronizza in tempo reale i tuoi appunti con tutti i dispositivi registrati all'app con la medesima email e password. Le note possono essere suddivise per categorie e priorità, modificate e condivise. Su Evernote ho una cartella denominata “Concepts” su cui scrivo delle brevi frasi che riassumono un'idea, forse anche solo un personaggio, o un'ambientazione, o un “problema” che potrebbe rappresentare il nucleo di un conflitto alla base di un racconto (ma tu potresti decidere di usare un semplice taccuino, o un quaderno ricoperto di unicorni e arcobaleni). Quando prendi questo tipo di nota, devi essere veloce, essenziale, e cercare le parole che meglio di tutte descrivono la tua intuizione in maniera diretta. Forse potresti essere tentato di andare più a fondo, di buttare giù centinaia di parole per definire al meglio l'ispirazione che ti ha colpito. L'esperienza mi ha insegnato che sedersi e sviluppare con profondità un'idea cercando di trasformarla in una sinossi è controproducente. Perché? Pensaci bene. Quella intuizione è fatta in larga parte di emozioni, è irrazionale. Agita nel tuo subconscio delle correnti che potrebbero spingerti ad agire o potrebbero smettere di creare onde e toccare la tua mente. Ciò che sto cercando di dirti è che dovresti prendere nota della tua idea, riassumendola nella maniera più concisa possibile, e poi dovresti andare avanti, lasciandola sedimentare per un po'. Potresti pensare che sia folle, che perderai di vista ciò che ti ha affascinato di quella intuizione e che finirai per dimenticarti completamente cosa c'era di così speciale in quella scintilla e cosa ti faceva pensare che si sarebbe trasformata in un bellissimo romanzo. Ed è proprio questo il punto. Esistono buoni romanzi e cattivi romanzi. Cosa distingue, prima di ogni altro parametro, queste due categorie? Le idee alla loro base. Se la tua intuizione è forte, se ciò che l'ha ispirata ha un effetto profondo su di te prima che su chiunque altro, allora quell'idea lotterà per vivere ed espandersi nella tua mente. Altrimenti svanirà via senza lasciare traccia. Se ogni volta che ritorni ai tuoi appunti e rileggi la manciata di parole con cui hai riassunto la tua intuizione senti qualcosa difficile da descrivere, eppure forte, insistente, quasi tangibile, allora hai tra le mani qualcosa di forte. Con ogni probabilità potrebbe valere la pena di condividere quell'idea e trasformarla in un racconto. In sostanza, devi abituarti a testare le tue idee e vedere se resistono alla prova del tempo. Se dopo un po', quell'idea è ancora lì a perseguitarti, allora varrà la pena di combattere per trasformarla in qualcos'altro, qualcosa di più complesso, stratificato, migliore. Perché scrivere un romanzo è un'impresa ardua. Nessuno dice che sia facile, proprio come nessuno potrà spiegarti davvero quanto sia dannatamente difficile. E tu vuoi investire il tuo tempo e le tue risorse in una storia che valga la pena di essere raccontata, giusto? Quindi ricapitoliamo. Hai preso nota di un'idea, sei stato breve e coinciso. Facciamo finta che tu abbia avuto l'intuizione alla base di un racconto davvero fichissimo, e hai buttato giù due parole, così: “Dom viaggia nella mente di un milionario per impiantargli nella psiche un'idea non sua. Segue delirio.” Suona familiare? Chissà se Christopher Nolan non ha scritto una nota del genere quando ha iniziato a lavorare a Inception. Il fatto è che queste poche righe riassumono l'idea di base e della sceneggiatura e allo stesso tempo danno aiutano a respirare un po' dell'atmosfera che si percepirà durante il procedere della narrazione. Devi abituarti a ragionare in questi termini, sintetizzando la scintilla che ha acceso la tua mente e lasciando che poche parole la definiscano. Se questo processo di sintesi non ha falciato le potenzialità della storia, se non l'ha resa priva fascino, allora sei a cavallo. Hai trovato un'idea forte, capace di farsi strada nelle mante e nel cuore di ci la leggerà. Ma questo è solo l'inizio. Prendi la frase, quel germoglio di creatività sopravvissuto a tagli e cancellature, tanto forte che sembra avere vita propria, e dagli respiro. Affronta il processo inverso. Amplia quella frase fino a quando non copre un paragrafo, poi riempi una pagina intera. Per esempio, quella nota su Inception potrebbe allargarsi tanto da diventare: “Dom Cobb è un abilissimo ladro, il migliore al mondo quando si tratta della pericolosa arte dell'estrazione: ovvero il furto di preziosi segreti dal profondo del subconscio mentre si sogna, quando la mente è al massimo della sua vulnerabilità. Le abilità di Cobb ne hanno fatto un protagonista di primo piano nel mondo dello spionaggio industriale, ma lo hanno reso un fuggitivo ricercato in tutto il mondo, costretto a lasciarsi alle spalle tutto ciò che ha sempre amato. Ora Cobb ha una chance di redenzione: un ultimo lavoro potrebbe restituirgli la sua vita, ma solo se riuscirà a rendere possibile l'impossibile. Invece di effettuare un colpo perfetto, Cobb e il suo team devono riuscire nell'opposto: non devono rubare un'idea ma impiantarne una nella testa di qualcuno.” Non aver paura di scrivere e riscrivere questa sinossi più e più volte finché non avrà trasmesso almeno in parte la potenza delle sensazioni che ti avevano affascinato te per primo. Poi potrai passare al passo successivo, trasformare quel paragrafo in una “outline”, o un plot, in sostanza l'ossatura della trama che sosterrà il tuo romanzo. Ma questo è un'altra storia, e ne parleremo nel prossimo episodio. Per adesso, sappi che scrivendo, riscrivendo, leggendo e rileggendo quel paragrafo, quella pagina che riassume il tuo racconto, potresti renderti conto di una verità spaventosa: Somiglia troppo a qualcos'altro che forse hai già letto. Forse è vero, e forse no. Ma ricorda che l'assunto di base di un racconto può essere comune a quello di mille altri romanzi, ma essere raccontato da un punto di vista diverso, da una “voce” unica, che toccherà la sensibilità di lettori differenti. Vuoi un esempio? Niente di più facile leggi questa frase: “Macchine intelligenti si rivoltano contro l'umanità e innescano una guerra”? Quante volte hai sentito raccontare questa storia e in quanti modi diversi? Da Metropolis a Terminator, da Matrix a Battlestar Galactica, da Mass Effect e Westworld e ancora Detroit: Become Human, Autonomous, e Sleeping Giants. Ognuno di questi racconti di fantascienza ha affrontato un argomento simile con voci e punti di vista freschi, diversi, irrinunciabili. Hanno eseguito in maniera unica la medesima ispirazione. Niente fa pensare che tu non possa fare altrettanto e dare nuovo respiro, profondità e significato a una scintilla che qualcuno ha già acceso molto tempo fa. Per farlo, però devi lavorare con attenzione alla “Outline” del tuo racconto. Come? Lo scoprirai nel prossimo episodio!
0 Comments
|
AutoreLe mie storie d’amore per la narrazione, ovunque. Archivi
Dicembre 2023
Categorie
Tutti
|