Questo post contiene molte informazioni importanti riguardo le mie prossime pubblicazioni e un paio di soprese. Lo dividerò in sezioni nel tentativo di renderlo il più chiaro possibile. Per favore, leggete con attenzione. Se potete, condividetelo con gli altri miei followers che non sono ancora iscritti alla newsletter. Pronti? Andiamo. JABAL AMIRA Sto scrivendo una raccolta di racconti e matariale bonus da affiancare a LE CRONACHE DI KIENGIR. Si intitola Jabal Amira e altre storie. Cosa contiene?
Ho deciso di rendere disponibile i bonus perché la traduzione di questa serie in inglese mi sta offrendo una possibilità interessante: rivedere i miei lavori con le capacità che ho accumulato negli anni. Sto per affrontare un mercato nuovo e altamente competitivo. Voglio farlo nel migliore dei modi. Ma non ho intenzione di lasciare indietro quello italiano, che resta sempre alla base di tutte le mie operazioni. Il materiale che ho elencato sopra sarà integrato nelle edizioni internazionali (quindi questo volume aggiuntivo in inglese non esiste perché fa parte organicamente della trilogia per come sarà rilasciata). Purtroppo non c'è modo di fare lo stesso per i volumi italiani. Il modo più diretto ed efficace per sopperire a questa mancanza è il seguente: Tutto il materiale bonus sarà pubblicato progressivamente, a partire da settembre, su questo blog in maniera del tutto gratuita. Capitolo dopo capitolo, storia dopo storia, questi bonus integreranno ciò che avete già letto e la storia che conoscete. Ogni elemento pubblicato sarà corredato da indicazioni precise sulle modalità di lettura, saprete sempre dove si posiziona nella timeline della storia e l'ordine di lettura consigliato. Alla fine della pubblicazione sul blog ne rilascerò una edizione in ebook, cartaceo flessibile e rigido su Amazon. Quindi potrete leggere tutto gratuitamente qui. Ma se vorrete sostenere il mio lavoro, troverete l'ebook a soli 0,99 centesimi di Euro e i cartacei a prezzo di stampa. I primi materiali bonus saranno rilasciati a partire da settembre. Le versioni ebook e cartacee arriveranno a fine anno. Vi darò informazioni più precise molto presto. Tenete d'occhio la newsletter! COVER REVEAL Svelerò la cover di JABAL AMIRA LUNEDÌ 31 LUGLIO ALLE 18.00 sul mio prifilo Instagram. Come sempre, ho bisogno del vostro aiuto per diffondere la cover il più possibile. Se potete, condividete questa cover nelle vostre stories. Sappiate che sono profondamente grato del vostro supporto! LA CITTÀ DI FUOCO - KIENGIR III La pubblicazione dei materiali bonus necessita tempo, ovviamente. E io ne ho sempre meno tra impegni familiari e lavorativi. Ma credo che sia la scelta migliore, sia per voi che mi seguite da anni e meritate il meglio, sia per il pubblico internazionale che ancora non mi conosce. Ciò significa che sono costretto a rinviare l'uscita di LA CITTÀ DI FUOCO, volume conclusivo delle Cronache. Io per primo sono profondamente scocciato da questa prospettiva, perché da un po' accarezzavo l'idea di concludere sia la SAGA DEL PROTETTORATO che LE CRONACHE DI KIENGIR durante quest'annata. Ma il ritardo non sarà sostanziale. Punto a un rilascio prima della prossima primavera. GRAZIE PER LA VOSTRA PAZIENZA So che sono in questo punto specifico della mia carriera grazie anche alla vostra generosità e al vostro aiuto. Non do per scontata la vostra pazienza e so che apprezzerete tutto il lavoro e la passione che c'è dietro i miei lavori.
Se siete arrivati fin qui, grazie di aver letto tutto. Vi abbraccio, Abel
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NELLA MENTE DI ANDY WOODCROWN L'odore del caffè e del sudore, il calore di una giornata di sole intrappolato tra i muri di una casa che ha visto tempi migliori. La voce di due uomini che parlano di rinunce, dubbi e avvenire grazie al gracchiare degli walkie talkie. E lo zapettare di un bassotto. Dentro e fuori dalla mente di Andrew Woodcrown, il succedersi di percezioni blocca delle inquadrature strettissime. Zombie Friendly: Ci si vede all'inferno inaugura la serie post apocalittica di Giulia Reverberi con la precisione di un bisturi. Taglia via i contorni di ciò che Andy non può sentire, non può sapere, e compie un piccolo miracolo frutto al contempo di maestria e follia che Reverberi maneggia con apparente nonchalace: quello che resta, la realtà che si manfesta solo nella testa di Andy si trasforma in un universo che ha regole uniche, specifiche, personalissime. Dovrebbe essere così per tutti, no? Perché la nostra unicità condiziona ciò che viviamo e lo rende infinitamente peculiare, direte voi. No. No, dovrete leggere la storia di Andy per capire quanto è dannatamente unico il suo universo. Ma ciò non significa che sia incomprensibile, anzi. Andiamo per gradi. È LA FINE DEL MONDO, SIGNORI Ecco la descrizione in breve della trama così come la trovate su Amazon. Andrew Woodcrown ha sempre pensato che la fine del mondo sarebbe avvenuta in modo drammatico: un asteroide che colpisce il pianeta, uno tsunami che si abbatte sulle terre abitate, un olocausto nucleare che spazza via ogni cosa. E invece no. Nessun comunicato alla televisione, nessun utente social che scrive stati sarcastici su come sarebbe morto da lì a pochi secondi, nessun cielo in fiamme adatto per le foto pre-morte degli influencer. Il genere umano si è estinto nel silenzio, uno di quelli pieni di imbarazzo, che seguono una battuta brutta. Una folla di zombie ha invaso la tranquilla cittadina americana di Redwood Town, mentre Andy era solo in casa con il suo bassotto Woodstock. Da quel momento la sua vita è cambiata, il suo unico lavoro è diventato non farsi ammazzare. E quando le scorte di cibo hanno iniziato a scarseggiare, ha deciso di affrontare un viaggio alla ricerca della cosa più pericolosa mai esistita: gli esseri umani. Come sopravviverebbe una persona normale in un apocalisse? Armato di ansia, sarcasmo e cultura nerd, Andy tenta tutti i giorni di rispondere a questa domanda, conscio di avere più limiti di una funzione algebrica e meno possibilità di una relazione nata dalle app di incontri. I Maya non avevano dato una profezia ma un consiglio. Andy deve prendere una decisione. Come sempre è colpa del caffè. Finita la sua principale risorsa di sanità mentale, la necessità di lasciarsi alle spalle una relativa sicurezza – definita dai confini di una casa che è diventata un piccolo castello di certezze effimere – si trasforma in missione. Ma c'è molto di più, ovviamente. Perché Andy vive nella sua testa, nel bene e nel male. Assieme al racconto – in prima persona immersa – di ciò che vede, sente, tocca, Reverberi crea una messinscena fatta di dialoghi interiori sottili, ironici e taglienti. Andy si fa scudo di tutte le idiosincrasie di una mente creativa, danneggiata, inaspettatamente adatta alla sopravvivenza in un mondo che ha dimenticato la quotidianità. Così ci sono in realtà due universi che si scontrano, continuamente, tra le pagine di Zombie Friendly: quello che percepiamo come reale, oggettivo, e l'interpretazione di esso che Andy ci offre, tra battute, cattiverie e involontarie lezioni di vita. Sono scivolato oltre i bordi di una sceneggiatura che la gente ha dimenticato. Andy si lascia alle spalle la casa, i suoi confini, i meccanismi di difesa che essa rappresenta, e va incontro al mondo. Un mondo che si è rivestito dei colori bruciati dell'apocalisse. La cittadina in cui viveva si è trasformata in un modello di distruzione, preda di un abbandono che fa da specchio alla fine di ciò che intendiamo come civilizzato. Il percorso, ovviamente, è pericoloso. Quello che resta dell'umanità ciondola per le vie, in ondate di esseri che hanno dimenticato gran parte delle sovrastrutture sociale e che pure, incredibilmente, hanno trattenuto qualcosa. Qualcosa. Ci sono scene tristissime e grottescamente divertenti a punteggiare il viaggio di Andy. Le creature postumane che calpestano la terra – e di cui si sono impossessati, involontariamente? – sono bloccate in veri e propri loop. Compiono azioni ripetitive e spogliate dello scopo originale. Ma non possono fermarsi. Semplicemente non possono. Andy è testimone di questi cicli infiniti, pedissequamente uguali a se stessi. La sua natura lo porta a rimuginare su quello che vede con un miscuglio affascinante di cinismo, distacco e fragilità. Come per molti dei più grandi introversi, ci sono momenti in cui il suo distanziarsi da ciò che lo circonda cela desideri difficili da esprimere ad alta voce. Ognuno ha il suo lato oscuro che merita, il mio è noioso. Il viaggio di Andy è scandito da sezioni precise: dalla casa alla campagna che al circonda, e dritto verso una destinazione che è tanto una scelta quanto un'ultima spiaggia. Meraviglia, paura e stupore sono elementi che si mescolano, sovrappongono e si scontrano mentre il ritmo degli eventi aumenta. Ma Reverberi non perde mai di vista la sua promessa autoriale: questo primo libri della serie è, prima di tutto, una storia character driven. Non ci sono incongruenze nella regia. Anche quando la tensione raggiunge picchi altissimi e assistiamo a scene d'azione di stampo cinematografico, la cinepresa resta fissa, vicinissima, sul microcosmo che Andy abita. Il che, in alcune occasioni, potrebbe prestare il fianco a momenti di frustrazione. La limitatezza del punto di vista di Andy, e il modo in cui rimodella tutto quello che lo circonda è sia un punto di forza che una potenziale debolezza. Se non riuscirete ad empatizzare con lui e con tutte le sue idiosincrasie, questo racconto vi lascerà incuriositi, forse anche ammirati. Ma il vero cuore narrativo, l'intimità intellettuale che è perno, motivo e conseguenza di tutto, sarà perso. Sarebbe un peccato. Il mio suggerimento è di dare alla storia tempo. Fatela respirare, datele fiducia. Perché, in effetti, Zombie Friendly è costruito per svelare i suoi livelli di lettura di pari passo con l'aumentare della sua profondità: capitolo dopo capitolo, dialogo dopo dialogo, evento dopo evento, vi renderete conto di come Reverberi sia riuscita in un prestigio d'alto livello. Ha creato una storia di zombie che non è una storia di zombie. Ha scritto un romanzo esistenzialista che è anche una satira cattivissima e un'indagine spietata del fallimento della nostra società. Perché sì, l'inferno di cui Reverberi ci parla nel suo romanzo è già qui. Lo stiamo vivendo. Da leggere assolutamente – meglio se in cartaceo data la produzione di pregio – Zombie Friendly: Ci si vede all'inferno è assolutamente irrinunciabile. IMMENSO E PICCOLISSIMO È un palcoscenico piccolo, piccolissimo, quello che ospita lo spettacolo crudele che è Cuore di Ferro, prima uscita nella nuova dilogia creata da Azzurra Pasquali. Quel palcoscenico è il BODHI, un habitat artificiale dalle forme umane capace di ospitare – o intrappolare – migliaia di persone. Il Bodhi (che abitanti la chiamano Ellie) appare immenso. Torreggia sullo scenario di una terra affascinante e invivibile, reclamata da una natura che non ha più bisogno dell'umanità. Chi potrebbe definire quel prodigio ingegneristico – allo stesso tempo affascinante come un'opera d'arte postmoderna e terrificante come una mostruosità brutalista – piccolo? La risposta è nella relatività di quelle dimensioni. Gli abitanti del Bodhi conoscono solo la loro quotidianità. Hanno imparato a temere il passato, che pure non conoscono davvero, e a mettere al primo posto solo ciò su cui possono posare gli occhi e toccare con mano. Il Bodhi è immenso, sì. Il Bodhi è microscopico. Come la cultura artificialmente ristretta che ospita. PRIMA IL BODHI Ecco la descrizione in breve della trama così come la trovate su Amazon. In un futuro non troppo lontano ciò che resta dell’umanità vive isolato all’interno del Bodhi: un’enorme residenza mobile costruita a imitazione del corpo umano. Il mondo esterno è diventato troppo pericoloso e anche la vita all’interno del rifugio risulta sempre più difficile. “Prima il Bodhi”. Questo è il motto che viene insegnato ai coloni fin dalla tenera età. Il governo impone che il singolo si sacrifichi sempre e comunque per il bene comune, non sono concesse libertà o seconde occasioni. Chi non fa la sua parte viene condannato a morte senza possibilità di difendersi. Nonostante i piani alti cerchino di far funzionare tutto alla perfezione, delle strane esplosioni minano la stabilità delle strutture e l’intelligenza artificiale che gestisce il Bodhi stesso invia messaggi ambigui ai suoi abitanti. Tra manutenzioni rischiose, persone da salvare e segreti sussurrati tra i corridoi, saranno l’ex meccanico Nick, la specialista Inara e la giovane Sinapsi Ary a sfidare i limiti imposti da un mondo spietato per garantire la sopravvivenza dell’umanità. Ogni abitante del Bodhi conosce il proprio ruolo nel mondo, vive in virtù del proprio compito e muore per il bene comune: la sopravvivenza di un microcosmo circondato da materiali sintetici sperimentali che fanno da ossa, carne e pelle del Bodhi. Ci sono le sinapsi, gli specialisti, i mecca, i soma... E una miriade di altre etichette che definiscono, incanalano, ammanettano tutti gli uomini, donne e bambini che respirano l'aria riciclata di una residenza mobile. Cuore di Ferro ci mostra uno scenario assolutamente terrificante nel suo utilitarismo. I tre punti di vista principali che seguiamo durante il romanzo percepiscono quell'utilitarismo con vari gradi d'accettazione. C'è che vive il Bodhi come una manifestazione crudele di una società dalle vedute troppo ristrette, ossessionata dal controllo e priva di ogni lungimiranza. Chi è reduce da un dramma personale tanto devastante da vivere quelle limitazione come una sorta di scudo dal dolore, al contempo causa e via d'uscita dalle pene di un cuore spezzato. E chi vuole crescere, provare, sperimentare con gli occhi grandi dell'adolescenza e l'incoscienza di chi deve ancora capire come funziona il mondo. Anche un mondo immenso e piccolissimo come il Bodhi. Attraverso capitoli brevi, che si avvicendano a ritmo serrato e – di quando in quando – lasciano spazio a veloci scorci del passato, Pasquali affresca le forme decise e i colori scrostati di un universo da cui è impossibile distogliere lo sguardo. Un'opera d'arte che è un incidente sanguinoso sulla via del nostro futuro. Non dovremmo guardare. Non dovremmo trovarlo così affascinante. Eppure. POCHE CONCESSIONI La storia di Cuore di Ferro è fatta di suggestioni semplici. Pasquali scrive solo ciò di cui abbiamo bisogno per comprendere l'avvicendarsi – e l'evolversi – degli eventi. Le concessioni a digressioni sul worldbuilding sono poche. Se è vero che la parsimonia con cui vengono distribuite queste informazioni innalza vertiginosamente il desiderio di sapere di più, a tratti l'assenza di dettagli è straniante. A dire il vero, non mancano mai gli elementi per comprendere il quadro generale del contesto e delle motivazioni dei vari personaggi. Ma un centinaio di pagine in più sarebbero state gradite. Forse però così avremmo avuto tra le mani un romanzo troppo distante dalla sensibilità di Pasquali, che già con Wild Hunt e Numbers ci aveva abituati a una grande sobrietà ed economia nell'uso delle parole e – in definitiva – del conteggio di pagine. E dal punto di vista, senza dubbio privilegiato, di chi ha già letto anche il secondo romanzo posso dirvi che alla fine ogni domanda ha risposta. Il mistero di fondo viene sviscerato con cura, spesso in modi inattesi, e il doloroso cliffhanger che “chiude” Cuore di Ferro risulterà così più digeribile. In definitiva, Cuore di Ferro è la storia dei primi passi che tre persone compiono verso l'accettazione di una verità elementare e difficilissima: il presente è una menzogna. Perché il passato è viziato. E il futuro è più che mai incerto. È stato facile affezionarsi a Nick, Inara e Ary. Sono tre personalità distinte e ben delineate, le loro storie catturano con successo l'attenzione e la tengono in ostaggio fino alla fine. Leggiamo di conflitti personali e del modo in cui si riflettono sul più grande contesto culturale. Assistiamo a prese di consapevolezza dolorose e galvanizzanti. Viviamo set pieces dal respiro hollywoodiano e dal ritmo incalzante. Il tutto racchiuso in un packaging che merita una nota di riguardo: se potete, leggete questo romanzo in cartaceo. I valori produttivi sono altissimi. Cuore di Ferro è un romanzo che merita attenzione ma non la pretende. Potrete leggerlo sotto l'ombrellone e godervi una distopia che ricorda, rielabora e rinfresca i grandi classici sotto lo sguardo della letteratura fantastica moderna. E se vorrete potrete indugiare sui dettagli: dai dialoghi interni alle descrizioni, dai gesti ai non detti. Cuore di Ferro contiene la prime righe di un messaggio di fondo potente e a tratti controverso – per vederlo nella sua interezza dovrete leggere anche il secondo romanzo – che invita alla riflessione su certe dinamiche umane e culturali che ci definiscono come specie. A volte quelle stesse riflessioni potrebbero metterci a disagio. Ma non dovreste un passo indietro di fronte alle domande scomode che Cuore di Ferro offre. Abbracciatele. |
AutoreLe mie storie d’amore per la narrazione, ovunque. Archivi
Dicembre 2023
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