FUOCO INVISIBILEDeaPlaneta - 2018 LA TRAMA Al Trinity College di Dublino, il giovane e brillante «esperto di parole» David Salas ha appena finito il dottorato. Non ha programmi per l’estate, deve sgombrare l’ufficio dalle carte accumulate in lunghi anni di studio e, come se non bastasse, non vede di buon occhio le prossime nozze della madre con l’insulso fidanzato, di molti anni più giovane. Così, quando la sua responsabile gli propone di partire alla volta di Madrid in cerca di uno dei testi più rari e preziosi del Siglo de Oro, David accetta al volo l’occasione di cambiare aria e tornare nella terra dei suoi avi. Ma appena arrivato a Madrid si ritrova risucchiato nell’orbita dapprima di Paula, affascinante storica dell’arte, e poi di Victoria, vecchia amica di famiglia che dietro la facciata di rispettata scrittrice coltiva arcane e pericolose passioni. Ben presto, quello che per David doveva essere un incrocio tra una vacanza e una spedizione di lavoro si trasforma in un’incredibile e rischiosa avventura fra pregiate collezioni d’arte, misteriose scritte scolpite nella pietra e chiese romaniche sperdute nei Pirenei. Sarà un’indagine senza esclusione di colpi quella che porterà David a far luce sulla morte di un allievo di Victoria. E, forse, ad apprendere la verità sulla sorte del padre, scomparso molti anni prima in circostanze mai chiarite IL LIBRO “Fuoco invisibile” di Javier Sierra, (DeaPlaneta, 2018) arriva in Italia sospinto dal vento di un richiamo mediatico di tutto rispetto. Con questo romanzo, l'autore si è aggiudicato il prestigioso Premio Planeta e ha cementato una carriera già costellata di successi in patria, oltre che riconoscimenti anche nei difficili mercati d'oltreoceano.
“Fuoco invisibile” è infatti un thriller che mescola tratti avventurosi, ricerche storiche, artistiche e letterarie. Il risultato è un romanzo che giova immensamente di suggestioni affascinanti, eppure scopre il fianco a qualche debolezza. Il romanzo di Sierra vanta uno stile di scrittura pregiato e molto, molto scorrevole. Ho completato le più di cinquecento pagine che conta in appena un paio di giorni, ed essendo un lettore che non ha mai potuto vantare una grande velocità di fruizione, si tratta di un risultato di assoluto rilievo. Il perché di un simile successo è presto detto. Sierra è essenziale, asciutto. Concede a descrizioni e world building un conteggio di parole davvero minimo, ed è un bene, data l'ambientazione contemporanea. È facile immaginare luoghi e situazioni, così come immedesimarsi nelle suggestioni che possono regalare. Sierra conosce molto bene le locations dei suoi racconti, ne ha una familiarità profonda, personalissima, arricchita da ricerche puntuali e approfondite. Cosciente di quanto sia importante la componente “paesaggistica” di questo tipo di narrazione, ci racconta Madrid e Barcellona, così come località minori e sperdute, con una dose di dettaglio e nozione storica che non può che essere applaudita. C'è esperienza e maestria nel modo di accennare al contemporaneo, e all'antichissimo, dell'autore. Così come sono interessanti i personaggi, su cui giganteggia Lady Goodman, scrittrice e mecenate che spingerà in protagonista, David, a imbarcarsi nell'avventura che gli cambierà la vita. Proprio David, purtroppo, è forse il character più debole del racconto. È bello, atletico, intelligente, sensibile, incredibilmente colto e sprizza da tutti i pori un'indole gentile. Inoltre, almeno sulla carta, ha un passato misterioso, costellato di profonde perdite emotive che dovrebbero condizionare il suo essere e le sue scelte. Eppure David ha la personalità di un marciapiede. È sempre, sempre, vittima degli eventi, le poche scelte che compie sono praticamente di no brainer, dettate dal succedersi del plot. Ci sono dei momenti in cui l'autore, forse nel vano tentativo di renderlo più attraente e sfaccettato, gli fa esprimere dialoghi interni degni di uno schiaffeggio impulsivo. Ho riso di gusto quando, dopo aver trascorso una notte insonne e stressante, David dice di aver urgente bisogno di fare una capatina alla palestra dell'hotel dove alloggia. Per schiarirsi le idee, a suo dire. Vai a dormire, David caro, ne giova la tua credibilità. Paragonato al personaggio a cui Sierra si ispira apertamente, quel Langdon creato da Dan Brown, che già non è uno dei protagonisti più riusciti di sempre, David ne esce con le ossa rotte a che quando non dovrebbe. Peccato. Ma non è lui la vera forza propellente del romanzo, quanto più il riuscito intreccio. Sierra si è documentato come si deve. In Fuoco Invisibile, ricerche storiche e speculazioni fittizie si incastrano alla perfezione e l'autore ci stupisce per l'abilità di mescolare narrazione presente alternata ai ricordi, oltre che sezioni puramente narrate che raramente risultano noiose. Pur essendo un romanzo che mira all'avventura e con un ritmo in generale piuttosto sostenuto, quest'opera di Sierra è spesso “raccontata”, con ampie parti in cui le voci dei protagonisti (o i loro scritti) ci parlano di eventi vicini o lontanissimi nel passato, senza farci gettare gli occhi al cielo per lo sconforto. È quasi un miracolo. Applausi. Purtroppo sul finale c'è un lunghissimo monologo, quello del cattivissimo “villian”, che risulta tanto formulaico quanto inutile. Uno scivolone difficile da perdonare, perché quel personaggio si portava appresso un carisma invidiabile... ma il modo in cui è esposto, in appena un paio di pagine, lascia l'amaro in bocca., Infine la love story. La bella coprotagonista è, per l'appunto, questo e basta. Bella. La chimica che la unisce a David è solo racconta, non ci sono elementi solidi che ci permettono di percepirla. Da un autore con alle spalle tante pubblicazioni, come Sierra, è lecito pretendere di più. E i moltissimi aspetti irrisolti della trama non aiutano a migliorare l'economia generale dell'opera. Eppure. Eppure Fuoco Invisibile è un dannato page turner. Si inizia a leggere e non si vuole più mollare, affascinati dai riferimenti letterari e per l'amore incondizionato per il puro atto di scrivere che trasuda. Incredibile ma vero, il risultato è migliore della somma delle parti. Se amate i thriller storici, e non vi stancate di leggere e rileggere Dan Brown e Glenn Cooper, in Fuoco Invisibile troverete tanto, tanto materiale interessante. Se invece di opere simili siete già sazi, l'ultimo Sierra potrebbe non riaccendere i vostri appetiti. Leggere Fuoco Invisibile è stato divertente, a suo modo appassionante, al netto di qualche scivolone difficile da perdonare. Quattro stelle di pancia, tre a mente fredda. Scegliete voi la valutazione che preferite. Nota a margine: Gli spagnoli su Goodreads l'hanno massacrato, non si sa davvero perché. Potrebbe essere per via della vittoria al Premio Planeta, che avrà sicuramente messo il romanzo sotto i riflettori più di quanto sarebbe stato per meriti, o demeriti, oggettivi. Resta una constatazione: Gli spagnoli scrivono recensioni cattivissime. Fanno paura, davvero. A cura di Abel Montero
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoreLe mie storie d’amore per la narrazione, ovunque. Archivi
Dicembre 2023
Categorie
Tutti
|